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  • stragi a Guardia e Montaldo
Montalto Uffugo - mostra su Guardia Piemontese


Il 5 giugno il massacro toccò La Guardia dove, attirata la popolazione fuori dalle mura con la promessa del perdono, i soldati saccheggiarono e diedero fuoco a decine di abitazioni, portando circa settecento prigionieri a Montalto.
Mentre a San Sisto si svolgeva il rastrellamento dei fuggiaschi, anche gli altri casali furono teatro di abusi e catture. L’episodio più atroce ebbe luogo l’11 giugno, sulla scalinata della chiesa di San Francesco da Paola, tramandato da un testimone di parte cattolica in uno scritto ebbe immediata diffusione in tutta l’Europa riformata:

«...hoggi a buon hora si è incominciato a far l’horrenda Justitia di questi luterani, che solo in pensarvi è spaventevole, che così sono questi tali come una morte di castrati; li quali erano tutti serrati in una casa e veniva il boia et li pigliava à uno à uno, e gli legava una benda avanti agli occhi e poi lo menava in un luogo spatioso poco distante da quella casa, e lo faceva inginocchiare e con un coltello gli tagliava la gola, et lo lasciava così; dipoi pigliava quella benda così insanguinata, e col coltello insanguinato ritornava a pigliar l’altro, e faceva il simile, ha seguito quest’ordine fino al n. di 88, il qual spettacolo quanto sia stato compassionevole, lo lascio pensare et considerare à voi. I vecchi vanno a morire allegri, et li giovani vanno più impauriti; si è dato ordine e già sono qui le carra, et tutti si squarteranno e si metteranno di mano in mano per tutta la strada che fa il procaccio fino ai confini della Calabria; se il papato et il s.r vice Re non comanderà al s.r Marchese che levi mano, tuttavia fa dar de la corda a gli altri e fa un numero per poter poi far del resto; si è dato ordine far venire hoggi cento donne delle piu vecchie, et quelle far tormentare e poi farle giustitiare ancor loro per poter far la mistura perfetta. Ve ne sono sette che non vogliano vedere il crucifisso ne si vogliano confessare, i quali si abbruciaranno vivi».

Il bilancio della strage era impressionante
«Hora essendo qui in Mont’alto alla persecutione di questi heretici della Guardia Fiscalda, et casal di San Sisto, contra gli quali in XI giorni si è fatta esecutione di 2m[ila] anime e ne sono prigioni 1600 condennati et è seguita la giustitia di cento et più ammazzati in campagna, trovati con l’arme circa 40 e l’altri tutti in disperatione a quattro et a cinque, brugiate l’una e l’altra terra, et fatte tagliare molte possessioni», al punto che, «vedesi tale spettacolo spaventevole agli eretici e di grande confermazione a’ cattolici».
L’eccidio proseguì a Cosenza, dove numerosi prigionieri erano stati incarcerati nel castello; decine di loro furono uccisi in una pubblica piazza, accanto al fiume Busento (oggi ribattezzata “Piazza dei Valdesi”). I restanti prigionieri andarono incontro a differenti destini: alcuni riportati a Guardia e dintorni e sottoposti a penitenza, altri a remare nelle galee spagnole, molte donne vendute come schiave, i bambini di meno di quindici anni «dati alla cura di estranei».
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