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  • Storia valdese 4:
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  • Ottocento e Novecento
Torre Pellice - mostra su Guardia Piemontese


Nel clima di fermento culturale e politico del 1848 si colloca l’editto del 17 febbraio, emanato da Carlo Alberto di Savoia, re di Sardegna, che rese i valdesi cittadini liberi, con pieni diritti civili, anche se la religione cattolica romana rimaneva quella di Stato. La battaglia per la libertà religiosa fu la prima tappa del loro impegno nella vita politica dell’Italia nascente e la partecipazione al Risorgimento fu piena e convinta.
Nel ventennio successivo sorsero comunità valdesi in tutta Italia. Questa capillare diffusione della fede evangelica (da parte di valdesi, metodisti, battisti, chiese dei fratelli, ecc.) è definita “evangelizzazione”. La preoccupazione principale non era il proselitismo, ma il confronto culturale; perciò furono create ovunque opportunità di alfabetizzazione; spesso infatti le scuole evangeliche nacquero prima dei luoghi di culto, per insegnare a contadini ed operai a leggere e scrivere.
Nella seconda metà dell’Ottocento la miseria economica colpì anche le Valli valdesi, provocando, dal 1856, un rilevante movimento migratorio verso l’America del Sud: Uruguay ed Argentina (Rio della Plata). Le comunità che vi sorsero costituiscono ancora oggi con quelle italiane una sola chiesa valdese.

Oggi i valdesi in Italia sono circa 30.000 (15.000 nelle Valli valdesi del Piemonte), membri dell’Unione delle chiese valdesi e metodiste dal 1979.
La loro organizzazione è di tipo sinodale: ogni comunità è diretta da un consiglio eletto dall’assemblea dei fedeli e la chiesa nel suo complesso è diretta dal Sinodo, composto dai deputati delle comunità. Ai ministeri della chiesa (pastori e diaconi) possono accedere uomini e donne, celibi e sposati. Il dialogo ecumenico con le altre confessioni ha sempre caratterizzato i valdesi, presenti nelle organizzazioni ecumeniche a livello nazionale e internazionale.
I valdesi sostengono la separazione delle chiese dallo Stato, rifiutando ogni politica di tipo concordatario. I loro rapporti con lo Stato sono regolati da Intese stipulate nel 1984, che non sanciscono però alcun privilegio. Alle spese di culto provvedono le offerte dei loro membri di chiesa; le detrazioni di imposte dell’otto per mille IRPEF assegnate alle chiese valdesi sono destinate esclusivamente ad interventi in campo assistenziale e culturale o al sostegno di progetti nel Terzo Mondo.

Didascalie:
  1. Festa del 17, a ricordo della conquista dei diritti civili ai valdesi nel 1848.
  2. Il Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste, riunito a Torre Pellice.

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