Fondazione Centro Culturale Valdese -

il Museo e il progetto

Il Centro di cultura “Giovan Luigi Pascale” è stato inaugurato il 25 settembre 1983.
Intitolato ad uno dei personaggi più significativi delle vicende dei valdesi della Calabria, il Centro è stato per molto tempo sede di attività culturale per Guardia Piemontese, ma anche un punto di riferimento simbolico per l’intera storia dei valdesi nel Sud Italia. Esso è situato in uno storico palazzo accanto alla cosiddetta “Porta del sangue”, monumento simbolo delle vicende valdesi: secondo la tradizione corrente, tanti furono i valdesi massacrati nel 1561 che attraverso di essa il sangue vi scorreva come un torrente.
La creazione del Centro è stata una tappa importante della ripresa dei legami fra Guardia Piemontese e i valdesi del Piemonte.
Nel 1975, in seguito al nuovo interesse nei confronti della storia e della cultura di queste enclave valdese in Calabria, alla conclusione di un convegno fu presa la decisione di collocare una roccia proveniente dalle Valli valdesi del Piemonte al centro dell’antico abitato di Guardia. I versetti biblici che vi compaiono (“Considerate la roccia da cui foste tratti” – Isaia 51,1; e “Beati i perseguitati per cagione di giustizia” – Matteo 5,10) ne fanno un monumento simbolo della possibilità di riallacciare un legame che era stato spezzato dai tragici avvenimenti del 1561.
Nel 1983 fu ufficializzato il gemellaggio fra i comuni di Torre Pellice e Guardia Piemontese, con scambi di visite fra delegazioni ufficiali e gruppi di cittadini, culminato nell’inaugurazione del Centro, che ha ospitato un allestimento museale ed una piccola biblioteca. Due anni più tardi è stata terminata anche la ristrutturazione dell’edificio annesso, destinato a Foresteria, per ospitare i volontari impegnati nell’apertura del Centro.
Dopo alcuni anni di chiusura della struttura, nel 2009 la Tavola valdese (l’organo amministrativo della Chiesa valdese) ha progettato la riapertura del Centro e della Foresteria, inserendovi un nuovo allestimento che si propone di presentare la storia della presenza valdese non solo a Guardia Piemontese e nei vicini borghi calabresi, ma in tutto il Mezzogiorno d’Italia.