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  • Storia valdese 3:
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  • dalla repressione alla libertà
mostra su Guardia Piemontese


Agli inizi del Seicento, la geografia degli insediamenti valdesi nella penisola si era ridotta a poche vallate alpine del Piemonte occidentale, con la scomparsa dalla Valle di Susa, dal Saluzzese, dal Delfinato, dalla Provenza, e la repressione violenta nell’Italia meridionale.
Nelle valli piemontesi, brevi periodi di pace si alternarono per tutto il secolo alla pesante repressione della corte sabauda e dell’Inquisizione. Questa politica raggiunse la sua forma più acuta nella primavera del 1655. Le “Pasque Piemontesi” o “Primavera di sangue” decimarono i valdesi. La loro sopravvivenza fu resa possibile soltanto grazie all’intervento delle potenze protestanti straniere, soprattutto dell’Inghilterra. L’eco del massacro provocò sdegno in tutta Europa.
Trent’anni più tardi (1685), mentre Luigi XIV “il Re Sole”, revocava agli protestanti francesi il diritto di esistere, anche il duca di Savoia costrinse i valdesi ad una tragica scelta: l’abiura, la morte o l’esilio. A migliaia furono condotti nelle carceri piemontesi e presero la via dell’esilio. Ma già tre anni dopo, grazie ad favorevole congiuntura di politica internazionale, alcuni riuscirono, con una marcia attraverso le Alpi, a tornare nelle loro terre. L’episodio è conosciuto come “Glorioso Rimpatrio” (1689). Altri, invece, dovettero emigrare e trovarono ospitalità in Germania, dove fondarono paesi con i nomi dei villaggi d’origine.
Per i 150 anni successivi i valdesi vissero chiusi nelle loro vallate, come in un vero e proprio “ghetto”. Nel Settecento, nonostante i numerosi editti che ne limitavano le libertà, anche civili oltre che religiose, riuscirono a mantenere saldi contatti con l’Europa protestante, che li aiutò a sopravvivere.
Solo la Rivoluzione francese e l’epoca napoleonica rappresentarono una breve parentesi di speranza nella conquista di una piena cittadinanza. I decenni successivi fino al 1848 segnarono anche in Piemonte un ritorno al passato, ma per le chiese valdesi fu un periodo di profondo rinnovamento spirituale, grazie alle influenze del movimento del Risveglio diffuso nell’Europa protestante.

 

Didascalie:
  1. Le “Pasque Piemontesi” del 1655: incendio del tempio valdese a Torre Pellice (stampa olandese dell’epoca).
  2. Carta del “Glorioso Rimpatrio” che indica il lungo percorso a tappe forzate per il rientro nelle Valli valdesi nel 1689.

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