Ginevra è una piccola repubblica sotto la signoria di un vescovo imperiale. Dagli inizi del secolo lotta contro i duchi di Savoia per la sua indipendenza, con l'appoggio di Berna. Diventato evangelico nel 1520, questo cantone sostiene anche la diffusione della Riforma in città, dove nel 1535, dopo vivaci dibattiti, l'assemblea popolare vota la soppressione della messa e la predicazione del Vangelo.
Il vescovo si ritira convinto che i ginevrini sarebbero tornati alla fede tradizionale, ma i magistrati non recedono e affidano invece a Farel e Calvino il compito di dare alla chiesa un nuovo assetto. Le loro misure, forse troppo radicali, provocano però una reazione e sono espulsi dalla città.
Dopo un soggiorno di due anni a Strasburgo, dove la Riforma, stabilita da anni ad opera di Martin Bucero, ha trasformato la città, Calvino viene richiamato dai ginevrini. Egli riprende così il suo progetto con un ricco bagaglio di esperienze e di cultura.