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  • Libere chiese in libero Stato
calvino

Nel loro rapporto con lo Stato gli evangelici si ispirano alle chiese libere scozzesi e svizzere, come quelle si dichiarano indipendenti economicamente, chiedendo soltanto che la loro libertà sia tutelata dalla legge. La loro attività è però resa precaria da una legislazione ambigua; lo Statuto albertino, ricono­scendo il cattolicesimo come religione di Stato, lascia la tolleranza del loro culto alla discrezione di funzionari che hanno ancora una mentalità tradizionale.

Ostacolo ancor maggiore è l'ostilità popolare alimentata dal clero; predicatori e colportori sono spesso oggetto di aggressioni e denunce, la vita delle comunità viene ostacolata con ogni mezzo, sassaiole, percosse, fino all' eccidio di Barletta del 1866, in cui perdono la vita sei persone.

Gli evangelici proseguono però il loro cammino, convinti che la libertà sia indivisibile: quella politica non si può realizzare senza quella religiosa che, anzi, ne è il fondamento. Pagando dura­mente la loro libertà essi contribuiscono a rendere la legge adeguata ai livelli moderni.


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