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Archivio Fotografico Valdese

I Templi

tempio del Ciabas

L’uso del termine "tempio" per indicare il locale di culto, proveniente dal temple francese del mondo ugonotto, sottolinea che l’edificio in cui i credenti si ritrovano non ha nessun carattere sacro ma serve soltanto come luogo di incontro. La chiesa è la comunità, la gente: senza l’assemblea l’edificio non rappresenta un luogo di devozione e di preghiera; è senza altari, immagini e segni di religiosità.
Le vicende storiche spiegano perché i valdesi abbiamo avuto scarso interesse per i loro templi, felicemente inseriti nel paesaggio delle Valli; distrutti e ricostruiti attraverso i secoli, questi assumono via via un aspetto più decoroso, pur restando poco rilevanti sotto il profilo architettonico e artistico.
Un esempio della loro conformazione originaria è dato dal tempio del Ciabas tra Angrogna e Luserna San Giovanni: un grande stanzone con poche finestre, probabilmente in origine con un tetto in paglia, una piccola cattedra per il predicatore e qualche tronco appena sbozzato per far sedere le donne e le persone anziane.
L’apporto dei benefattori stranieri porta nelle Valli alla costruzione di edifici più decorosi e consoni alla sensibilità religiosa anglicana, come a Torre Pellice o a Rorà. Diversi sono i templi edificati nel corso dell’evangelizzazione: locali costruiti ex novo, come nel caso di Torino, oppure chiese cattoliche sconsacrate, come a Milano o ad Aosta.
Nelle colonie valdesi sorte in Sud e Nord America in seguito all’emigrazione della metà del XIX secolo, lo stile dei templi richiama quello delle Valli, con qualche concessione all’architettura locale.